
Viviamo in un mondo iper-connesso, dove video brevi e contenuti veloci dominano le nostre giornate.
Ma a quale prezzo? Il fenomeno del “Brain Rot” descrive una sorta di atrofia mentale: fatichiamo a concentrarci, cerchiamo gratificazioni istantanee e ci allontaniamo dalla complessità del pensiero critico.
Ma forse c’è un antidoto: rallentare, riscoprire la bellezza della profondità e del tempo dedicato alla conoscenza. Perché non si tratta solo di consumare contenuti, ma di creare connessioni.
Vi siete mai sentiti vittime del “Brain Rot”? Come combattete il bisogno costante di stimoli digitali?






