
Negli ultimi anni, il mondo ha subito un’accelerazione senza precedenti. Ogni giorno siamo sommersi da eventi, informazioni e stimoli che sembrano impossibili da gestire. Forse non è solo pigrizia intellettuale a spingerci verso la superficie: è una sorta di resa collettiva sotto il fuoco di una continua ed estrema semplificazione, un sistema così articolato e contraddittorio da lasciare molti senza respiro, spingendoli soltanto a consumare e consumarsi. In superficie.
Il “Brain Rot” non è solo la perdita di concentrazione o immaginazione: è il riflesso di una società che preferisce la soluzione di appiattire la complessità anziché affrontarla, con stimoli veloci al posto di connessioni profonde. Ma crescere è l’unica alternativa al semplice invecchiare. E crescere significa avere il coraggio di rallentare, di osservare con attenzione, di scegliere di immergersi nella profondità.
La domanda è: vogliamo davvero vivere in una bolla di stimoli vuoti, o abbiamo il coraggio di rallentare e riscoprire il valore di ciò che richiede tempo, attenzione e riflessione?
Che ne pensate? Quanto è importante, oggi, riscoprire la bellezza della complessità? E come possiamo rompere questa spirale di superficialità?






