
Pensiamo a ogni prodotto sugli scaffali di un supermercato: ciò che ci attrae non è solo il prodotto, ma il suo contenitore, il packaging. Così come ogni merce è resa riconoscibile dal proprio involucro, anche le parole agiscono come contenitori, veicolando significati e valori.
Nell’era dei marketplace online, assistiamo a una tendenza inquietante: tutto il linguaggio si semplifica e le espressioni semplificate diventano norma, spesso accompagnando contenuti polarizzanti e orientati al consumo. La fruizione di messaggi sempre più elementari contribuisce a un vuoto intrattenimento che confonde divertimento e felicità, alimentando un sistema dove il contenitore linguistico conta più del contenuto.
Domanda per voi: Quanto pensate che questa semplificazione linguistica influenzi la nostra capacità di esprimerci, di pensare, e persino di essere felici?
Come possiamo tornare a un linguaggio che non solo comunica, ma connette davvero?
Condividete il vostro pensiero: quali sono, secondo voi, le “parole contenitore” che hanno perso il loro significato autentico?






