
Un recente articolo dipinge l’intelligenza artificiale come una minaccia, ipotizzando scenari apocalittici in cui l’AI “competerebbe” con gli esseri umani, manipolando economie e società. Ma fermiamoci un attimo: è davvero questo il problema? O stiamo proiettando sulle macchine le nostre paure più profonde?
L’intelligenza artificiale non è altro che uno strumento. Non ha emozioni, desideri o “intenzioni”. Se a un’AI si presenta uno scenario privo di etica, risponderà con soluzioni logiche, non con intenzioni malvagie. La vera domanda non è cosa può fare l’AI, ma come noi decidiamo di usarla.
Pensiamoci: quante volte nella storia il progresso è stato accolto con paura?
“Cos’è quello?” “È una ruota!”
“No, potrebbe travolgere tutti, meglio farne a meno!”
Oppure:
“Che bello, cos’è quella luce calda e confortante?”
“È il fuoco!”
“No no, spegnilo subito, potrebbe bruciare tutto!”
L’AI è la prossima grande rivoluzione. Possiamo scegliere di temerla e restare fermi, ma se restiamo fermi, chi la userà con scopi nefasti non farà lo stesso. E allora sì che sarebbe pericoloso. Il popolo dovrebbe chiedere accesso e trasparenza universali e assoluti sull’AI. Solo così possiamo garantire un vero progresso che sia inclusivo e positivo per tutti.
Il progresso non ci minaccia, ci sfida a essere migliori.
Voi cosa ne pensate? È giusto temere il progresso o dovremmo concentrarci su come usarlo al meglio?






