Non c’è evoluzione senza il coraggio di affrontare l’ignoto

Articoli9 months ago182 Views

Un recente articolo dipinge l’intelligenza artificiale come una minaccia, ipotizzando scenari apocalittici in cui l’AI “competerebbe” con gli esseri umani, manipolando economie e società. Ma fermiamoci un attimo: è davvero questo il problema? O stiamo proiettando sulle macchine le nostre paure più profonde?

L’intelligenza artificiale non è altro che uno strumento. Non ha emozioni, desideri o “intenzioni”. Se a un’AI si presenta uno scenario privo di etica, risponderà con soluzioni logiche, non con intenzioni malvagie. La vera domanda non è cosa può fare l’AI, ma come noi decidiamo di usarla.

Pensiamoci: quante volte nella storia il progresso è stato accolto con paura?

“Cos’è quello?” “È una ruota!”

“No, potrebbe travolgere tutti, meglio farne a meno!”

Oppure:

“Che bello, cos’è quella luce calda e confortante?”

“È il fuoco!”

“No no, spegnilo subito, potrebbe bruciare tutto!”

L’AI è la prossima grande rivoluzione. Possiamo scegliere di temerla e restare fermi, ma se restiamo fermi, chi la userà con scopi nefasti non farà lo stesso. E allora sì che sarebbe pericoloso. Il popolo dovrebbe chiedere accesso e trasparenza universali e assoluti sull’AI. Solo così possiamo garantire un vero progresso che sia inclusivo e positivo per tutti.

Il progresso non ci minaccia, ci sfida a essere migliori.

Voi cosa ne pensate? È giusto temere il progresso o dovremmo concentrarci su come usarlo al meglio?

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